Non so quanti di voi sono stati, almeno una volta, in America. Se poi ci siete andati per andare a trovare un amico che lavora li, vi sarete resi conto di una cosa; le ferie, per come le intendiamo noi, non esistono.
Il lavoro da quelle parti è a ciclo continuo, non ci si ferma mai e se per caso provi a chiedere una piccola pausa di una settimana, ti guardano malissimo. E’ una nazione che deve produrre, non deve fermarsi, non si concentra sulla persona, ma sul profitto. Sempre da quelle parti, non esiste che, arrivati al 20 Luglio , ti si dica che oramai stanno iniziando le ferie estive e quindi per quel tuo ordine, per quel servizio o chissà per cos’altro, se ne riparla a Settembre.
Negli Stati Uniti, non esiste una legge federale che obbliga i datori di lavoro a fornire ferie pagate ai loro dipendenti. Di conseguenza, è pratica comune che le ferie siano negoziate individualmente tra il datore di lavoro e il dipendente. In media, i lavoratori americani tendono a prendere meno giorni di ferie rispetto ai loro colleghi europei, con una media di circa 17,4 giorni all’anno. Questo fenomeno è influenzato da vari fattori, tra cui la paura di rimanere indietro nel lavoro o di perdere opportunità di carriera. Inoltre, molti americani sentono un forte senso di dedizione verso il proprio lavoro e l’azienda per cui lavorano, il che può portarli a non sfruttare appieno i giorni di ferie a loro disposizione. Anche lo schema di lavoro a ciclo continuo, che prevede turni organizzati per garantire la continuità operativa 24 ore su 24, è più diffuso negli Stati Uniti, soprattutto in settori come la produzione e i servizi essenziali.
Ma in tutto questo mi chiedo…Ne vale davvero la pena ?