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“Dovresti ringraziami di averti messo davanti ad un microfono”

Voi non ci crederete, ma le parole che ho scritto nel titolo, le ho sentite con le mie orecchie. Per carità, non erano diretta a me, anche perché, se fosse accaduto, colui che le aveva pronunciate ora avrebbe dei seri problemi.

Fatto sta che sono state dette a degli speaker non proprio di primo pelo. Che ci crediate o meno, ancora si pensa che il mestiere della radio non sia un vero lavoro.

Sento dibattiti continui sulla radio, soprattutto in questo periodo in occasione dei 100 anni dalla sua nascita. Ci si preoccupa di come la radio debba fare per continuare a sopravvivere, del fatto che tutte trasmettono la stessa musica, che i giovani non l’ascoltano più, che andrebbe rinnovata, che i contenuti sono banali, che ci sono sempre gli stessi a trasmettere da decenni ecc…ecc..

L’unica cosa di cui non si parla mai è di come vengono inquadrati, trattati e pagati gli speaker che la fanno. Escludiamo i network, le syndication e le super station perché, proprio per la loro struttura, sono obbligati a rispettare il contratto di lavoro, seppur minimamente, ma lo rispettano. E tutti gli altri ? Qui si entra una jungla infinita dove si deve cercare di difendersi..

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Prossima pubblicazione di questo articolo, sabato 12 Ottobre 2024 alle ore 8.00

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