Sicuramente non lo sapete, ma moltissimi anni fa, quando cercavo di trovare la mia strada professionale, ho aperto una birreria. Vi chiederete “Cercavi la tua strada professionale/artistica attraverso i boccali di birra?” Che volete che vi dica, le idee erano chiare, ma il modo per realizzarle, un pò meno.
Sono sempre stato irrequieto, non mi sono mai accontentato di quello che mi si poneva davanti, avevo la necessità di andarmele a cercare (nel bene e nel male).
Non so neanche i motivi che allora mi spinsero ad aprire questa attività (facendo un bel pò di debiti), ma così fu. All’inizio le cose andavano bene. All’epoca lavoravo per la Fininvest (che sarebbe diventata Mediaset), avevo uno stipendio e una busta paga considerevole e avere dei prestiti non era difficile. Con tanta fatica si aprì.
Durante quegli anni, contemporaneamente alla birreria, come detto lavoravo in Fininvest, alla messa in onda di Italia 1. Facevo i turni e, grazie ai miei colleghi, con diversi cambio turno, riuscivo a stare anche in birreria la sera. Per non farmi mancare nulla, sempre contemporaneamente, frequentavo un corso di recitazione. 3 volte la settimana tardo pomeriggio e poi in birreria. Tutto questo dopo aver fatto il mio turno a Italia 1. Insomma, quasi 20 ore al giorno.
Una sera vennero in birreria una quindicina di ragazzi. Si sedettero, ordinarono e, di li a poco, gli portai il tutto. Erano giovani e vigorosi e il casino che facevano era all’altezza della loro vivacità. Sarà stato lo stress (sicuramente), ma ad un certo punto mi avvicinai al tavolo e li rimproverai in modo energico (e una faccia da cavolo) per il loro comportamento e per la confusione che stavano facendo. Di colpo tutti tacquero. Finalmente il silenzio. Il ragazzo a capo tavola si girò verso di me e calmissimo mi disse: “Si attirano più api con il miele che con l’aceto”. Io non aggiunsi niente. Finirono di mangiare, pagarono e da quel momento non ritornarono mai più.
Questa frase, da allora, mi gira in testa spesso e volentieri. Saranno stati loro i maleducati o io con la mia reazione ? Il cliente ha sempre ragione o c’è un limite ? Insomma, un dilemma vero e proprio. Con il passare degli anni ho razionalizzato e sono arrivato alla conclusione che, anche il più fermo dei rimproveri, anche se hai ragione, non può essere fatto nel modo in cui lo feci io. Si possono dire le peggiori cose, ma se le esponi in modo educato, c’è il rischio che ti ringrazino pure.
Non è quello che mi hai detto…ma è come me lo hai detto !
Da allora cerco di non essere arrogante, anche se devo confrontarmi con delle persone urticanti. Non ci riesco sempre, ma penso sempre a quelle parole. Un ragazzo di circa 17 anni, quando io ne avevo più di lui, quella sera, mi ha dato una lezione che ancora oggi ricordo. Mi piacerebbe incontrarlo per ringraziarlo…ma non so chi sia, ma so cosa mi ha insegnato. Grazie